Questo sabato ci saranno le elezioni del CGIE nel mondo, e si voterà anche nel Regno Unito a Londra. Stando a un recente parere dell’Avvocatura, il CGIE è un organo esponenziale dei Comites; l’accezione con cui è usata la parola esponenziale qui non c’entra nulla con quella matematica, eppure la coincidenza linguistica non è del tutto inappropriata. In un certo senso, ogni Comites è uno spazio tangente locale del CGIE: (quasi) ogni Comites nel mondo è chiamato a eleggere i propri rappresentanti nell’organo.
Il CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) “è organo di consulenza del Governo e del Parlamento sui grandi temi di interesse per gli italiani all’estero”, ed è eletto da un’assemblea composta dai consiglieri eletti dei Comites del relativo territorio, e da alcuni rappresentanti delle associazioni locali.
Voglio parlarvi non di candidati o correnti (💤), ma semplicemente del sistema elettorale. Lo trovo semplice ma interessantissimo da un punto di vista di teoria dei giochi (da cui io per fortuna sono essenzialmente fuori, in quanto consigliere eletto nella lista che ha eletto meno consiglieri in assoluto nei tre Comites del Regno Unito).
Il sistema è semplice: si può candidare ogni cittadino residente nella circoscrizione che soddisfa alcuni requisiti minimi, quindi il numero di candidati è arbitrariamente alto (diciamo K). Se ci sono N consiglieri da eleggere, ogni elettore può esprimere fino a P=N-1 preferenze, che hanno tutte lo stesso peso. Vengono eletti gli N candidati che ottengono più preferenze, e l’eventuale parità è rotta da un criterio di anzianità.
Il voto è segreto. Ogni consigliere scrive due nomi su una singola scheda, e al termine delle operazioni un’assemblea composta dagli stessi elettori (non candidati) effettua lo spoglio (Art. 8 e Art. 9 D.P.R. 329/1998)1.
Nel caso del Regno Unito per la prima volta N=3 (nelle elezioni passate, N=2), il che rende queste elezioni particolarmente interessanti e me particolarmente curioso di osservarne lo svolgimento.
Come in ogni elezione, ogni elettore avrà naturalmente un candidato prediletto che desidera votare, e in modo duale ogni candidato ha, di solito, un bacino di elettori sul cui appoggio fa affidamento. La strategia più elementare in un’elezione con P=2 è quella di formare una coalizione (più o meno formale) con un altro candidato che ha un numero paragonabile di sostenitori: in questo modo entrambi i candidati ottengono lo stesso numero di voti, e aumentano considerevolmente il reciproco punteggio nella classifica finale.
Il dilemma del prigioniero è un problema classico in teoria dei giochi. Due individui vengono arrestati e accusati di un crimine. Gli individui vengono posti in celle separate (non possono dunque comunicare), e gli viene offerta una scelta: possono collaborare, o non collaborare. Vengono poi spiegate loro le conseguenze:
Se solo un individuo collabora accusando l’altro, egli sarà liberato e l’altro sarà condannato a 7 anni di carcere.
Se entrambi gli individui collaborano accusandosi a vicenda, saranno condannati entrambi a 6 anni di carcere.
Se nessuno dei due collabora, in mancanza di prove saranno entrambi condannati a 1 anno di carcere.
Il problema è interessante perché da un punto di vista macroscopico la scelta migliore è evidentemente che nessuno dei due collabori: tuttavia, una volta stabilito questo principio ognuno dei due individui ha un incentivo a rompere l’equilibrio e collaborare accusando l’altro, così da essere liberato immediatamente. Ma se entrambi, razionalmente, scelgono di collaborare per migliorare la propria situazione… l’effetto finale è una pena ben peggiore di quella iniziale per tutti e due.
Essenzialmente, il dilemma del prigioniero è una componente importante di quello che alcuni razionalisti chiamano “Moloch”, ovvero un insieme di scenari in cui un agente razionale è portato a fare scelte che alla fine peggiorano la situazione di tutti, inclusa la propria, spinto dalla necessità di tutelarsi da un possibile danno maggiore causato dalle analoghe scelte degli altri.
Perché la digressione? Torno al sistema elettorale. Idealmente, ogni elettore dovrebbe votare per i due candidati i cui programmi, profili e idee lo convincono di più senza fare altre considerazioni, ma nella realtà “la politica è l'arte del compromesso”: chi lo attua vince contro chi non lo attua (e anche questo è Moloch…).
Premesso che in questo caso ha senso parlare di strategie solo se il numero di candidati K è almeno 4, altrimenti vengono eletti tutti, la situazione più scontata che si presenta è quella di due coalizioni di 2 candidati contrapposte, considerando anche che non appena si ha notizia di un’alleanza è palese l’incentivo a formarne un’altra tra chi non ne è membro.
Avrete già capito: ci sono 3 seggi da riempire. Qualora una delle due coalizioni (composta, diciamo, da X e Y) pensasse di essere in svantaggio rispetto alla prima, X avrebbe un chiaro incentivo a dare indicazione ad alcuni dei propri sostenitori, o anche ad uno solo, di non esprimere la preferenza per Y. In questo modo qualora la coalizione XY avesse meno voti dell’altra il candidato X risulterebbe comunque eletto al terzo posto, con buona pace di Y.
La situazione, tuttavia, è simmetrica: Y ha lo stesso incentivo a dare istruzione a qualche sostenitore di non esprimere la preferenza per X. Ma cosa accade se entrambi fanno questa scelta? Accade che sia X che Y prendono entrambi meno voti di quelli che avrebbero preso rispettando l’alleanza, venendo potenzialmente scavalcati da altri candidati o altre coalizioni (se K>5) e perdendo entrambi l’elezione.
C’è di più: in questo scenario il criterio dell’anzianità per rompere la parità dà di fatto la certezza al più giovane tra X e Y che non sarà eletto se non farà questa scelta, quindi l’obiettivo di massimizzare i propri voti (che nel dilemma del prigioniero rende oggettivamente la non collaborazione di entrambi l’opzione migliore) non corrisponde necessariamente al miglior risultato possibile per X e per Y. Quindi c’è un incentivo ulteriore a rompere l’equilibrio.
Ecco che anche lo scenario non banale più semplice (4 candidati) si rivela abbastanza interessante. Personalmente troverei difficile immaginare che tutte le coalizioni saranno rispettate, specialmente se ne emergerà una con un totale probabilmente più basso dell’altra. Credo (ma sono curiosissimo di vedere come andrà) che almeno una coalizione perderà qualche voto (1-3) per via di queste dinamiche.
Questo scenario relativamente semplice è anche forse il più interessante: in scenari con più di 3 candidati da eleggere, e dunque con preferenze da esprimere P>2 si renderebbe necessario considerare dilemmi del prigioniero multidimensionali, il che rende la situazione essenzialmente caotica quasi immediatamente. Analogamente, anche con N=3 introdurre un quinto candidato aggiunge parecchia complessità all’analisi dei possibili scenari.
A tal proposito, è interessante anche pensare alla possibilità di coalizioni con tre membri, teoricamente possibili ma logisticamente complesse. Un aspetto interessante e un po’ controintuitivo è che se una coalizione composta da X e Y ha in totale x+y voti, allora può assorbire un candidato Z con z sostenitori senza diminuire il proprio punteggio totale. Infatti, è sufficiente chiedere di esprimere a z/2 sostenitori di Z di votare (Z,X), e analogamente a z/2 di votare (Z,Y). La controparte dovrebbe chiedere a z/2 tra i sostenitori di X di votare (X,Z), e ad altrettanti tra quelli di Y di votare (Y,Z). Facendo un esempio numerico:
Notare che l’incentivo per X e Y (che vedono i propri totali invariati) sarebbe quello di non far andare le seconde preferenze dei sostenitori di Z ad un’eventuale altra coalizione. In alternativa, è anche immaginabile uno scenario in cui Z paga un “costo” (in voti) per far parte della coalizione, ricevendo meno preferenze di quante ne dona e quindi aumentando i totali di X e Y, ma comunque ricavandone un vantaggio.
Questa, che sembra la strategia migliore, è in realtà un po’ un’utopia. Anzitutto, richiede organizzazione ferrea e fiducia reciproca altrettanto solida, perché si vota una volta sola e il voto è segreto… ma c’è un ulteriore requisito, assai più raro: servono tre candidati con sufficienti punti di vista in comune da potersi sostenere a vicenda senza alienare qualcuno dei propri sostenitori. Chissà?
Da parte mia, nel mio piccolo… voterò il candidato che mi piace di più, e sto riflettendo se esprimere una seconda preferenza. Di solito quando voto non voto mai scheda bianca, neanche parzialmente (ad esempio non esprimendo preferenze): credo che documentandosi abbastanza ci sia sempre un’opzione preferita tra due o più possibilità, per quanto la differenza possa essere minima nel bene o nel male. Tuttavia, in questo caso una seconda preferenza potrebbe scontrarsi con la prima, andando a danneggiarne l’impatto: questo avverrebbe se quei due candidati si trovassero a competere per il terzo posto. Quindi la scelta è meno facile, e per nulla scontata.
Va anche detto che è possibile candidarsi anche il giorno stesso dell’assemblea, quindi conosceremo la lista dei candidati solo poco prima del voto. Insomma, fino all’ultimo momento sarà tutto un po’ incerto.
Sarà in ogni caso non solo un’esperienza interessante da osservare e vivere in prima persona, ma anche un’occasione di conoscere di persona consiglieri e autorità con cui collaboro o dialogo da mesi.
In tema Comites, a livello ufficiale si è ancora fermi a Febbraio… quindi è ancora urgente riattivare la comunicazione digitale. Vi anticipo, però, che dietro le quinte ho lavorato parecchio nella Commissione Comunicazione, che presiedo. In particolare, abbiamo quasi finito di creare il nuovo sito da sottoporre all’Assemblea per l’approvazione, con tanto di nuovo logo e restyling della pagina Facebook. Andrà a sostituire il vecchio sito all’indirizzo https://www.comitesmanchester.co.uk.
This Saturday CGIE elections will take place all over the world. Almost every Comites in the world is called to elect its representatives in the CGIE.
The CGIE (General Council of Italians Abroad) "is an advisory body of the Government and Parliament on major issues of interest to Italians abroad", and it is elected by an assembly composed of the elected councillors of the Comites of the relative nation, together with a few representatives of local associations.
I don’t want to write about candidates or politics (💤), but instead I want to talk about the electoral system. This one is simple but quite interesting from a game theoretic point of view.
The system is simple: every citizen residing in the constituency who meets some minimum requirements can run for one seat, so the number of candidates can be arbitrarily high (let's say K). If there are N councillors to elect, each voter can express up to P=N-1 preferences, all of which have the same weight. The N candidates who obtain the highest number of preferences are elected, and should there be a tie, then it would be broken by a criterion based on age (oldest candidate wins).
The vote is secret. Each director writes two names on a single ballot, and at the end of the operations an assembly composed of the same voters (not candidates) carries out the counting (Art. 8 and Art. 9 D.P.R. 329/1998).
In the case of the United Kingdom, for the first time N=3 (in past elections, N=2), which makes these elections particularly interesting and I am particularly curious to see what happens.
As in any election, every voter will naturally have a favourite candidate who they wish to support and vote; dually, each candidate will usually have a few voters on whose support they rely. The most basic strategy in an election with P=2 is clearly to form a coalition (more or less formal) with another candidate who has a comparable number of supporters: this way, both candidates get the same number of votes, and considerably increase their position in the final ranking.
The prisoner's dilemma is a classic problem in game theory. Two individuals are arrested and charged with a crime. Individuals are placed in separate cells (so they cannot communicate in any way), and are offered a choice: they can cooperate, or not cooperate. They are then explained the consequences:
If only one individual cooperates by accusing the other, he will be released and the other will be sentenced to 7 years in prison.
If both individuals cooperate by accusing each other, they will both be sentenced to 6 years in prison.
If neither cooperates, in the absence of evidence they will both be sentenced to 1 year in prison.
The problem is interesting because from a macroscopic point of view the best choice is clearly that neither of the two cooperates: however, once this principle has been established, each of the two individuals has an incentive to break the balance and instead cooperate with the authorities by accusing the other, so that they are freed immediately. But if both, rationally, choose to cooperate in an attempt to improve their situation... the final effect is a much worse situation than the one they started from, for both of them.
Essentially, the prisoner's dilemma is an important component of what some rationalists call "Moloch," or a set of scenarios in which a rational agent is led to make choices that ultimately worsen everyone's situation, including their own, driven by the need to protect himself from possible greater harm caused by analogous possible choices of others.
Why digress? Back to the election: ideally, every voter should vote for the two candidates whose programs, profiles and ideas convince them the most without making other considerations. Actually "politics is the art of compromise": those who seek that tend to win against those who do not (this is also Moloch in action).
Given that in this case it makes sense to talk about strategies only if the number of candidates K is at least 4 (otherwise everyone is elected), the most obvious situation that arises is the one of two coalitions of 2 opposing candidates, especially given that as soon as you learn of a coalition then the best strategy is to form another.
You probably already see the issue: there are 3 seats to fill. If one of the two coalitions (composed, say, of X and Y) thinks it is at a disadvantage compared to the other one, X would have a clear incentive to tell some of its supporters to not express a preference for Y. This way, if the XY coalition had fewer votes than the other, candidate X would still be elected in third place. Sorry, Y!
The situation, however, is symmetrical: Y has the same incentive to tell some supporters to not express a preference for X. What happens if both make this choice? That X and Y both get fewer votes than they would have taken by sticking to the original coalition, potentially being surpassed by other candidates or other coalitions (if K>5) and neither of them gets elected.
There is more: in this scenario the age criterion to break parity gives in fact a certainty to the youngest between X and Y that they would not be elected if they don’t make this choice, so the goal of maximizing the votes they get (which in the prisoner's dilemma objectively makes mutual non-cooperation the best option) does not necessarily correspond to the best possible result for X and Y. In other words, there is an additional incentive to break the equilibrium.
So even the simplest non-trivial scenario (4 candidates) turns out to be quite interesting. Personally I would find it hard to imagine that all coalitions would hold, especially if for some reason before the vote it is likely that one will probably get the top two spots. I believe (but I'm very curious to see how it goes) that at least one coalition will lose some votes (1-3) to this process.
This relatively simple scenario is also perhaps the most interesting: in scenarios with more than 3 candidates to be elected, and therefore with more than two preferences to be expressed (P>2) we would need to consider multidimensional prisoner dilemmas, which make the situation essentially chaotic almost immediately. Similarly, even with N=3 introducing a fifth candidate adds a lot of complexity to the analysis of possible scenarios.
It is also interesting to think about the possibility of coalitions with three members, theoretically possible but logistically complex. An interesting and somewhat counterintuitive aspect is that if a coalition is composed of X and Y and has a total of x+y votes, then it can absorb a third candidate Z with z supporters without decreasing its total score. In fact, it is sufficient to ask to z/2 supporters of Z to vote (Z,X), and to further z/2 supporters to vote (Z,Y). The other party should ask z/2 among X‘s supporters to vote (X,Z), and z/2 among Y's supporters to vote (Y,Z). An example using arbitrary numbers:
Note that the incentive for X and Y (who see their totals unchanged) would be the one of not letting the second preferences of Z supporters go to a possible other coalition.
Alternatively, there could be a scenario in which Z pays a "cost" (in votes) to be part of the coalition, receiving fewer preferences than they donate, thus increasing the totals of X and Y, but still gaining an advantage.
This, which seems like the best strategy, is actually a bit of a utopia. First of all, it requires rock-solid organization and equally solid mutual trust, because there is only one round of votes, and people vote secretly... but there is a further requirement, even harder: this scenario needs three candidates with enough points in common in their manifesto to be able to support each other without alienating any of their supporters.
What will I do? Well, I will vote for the candidate that I like the most, and I am considering whether to express a second preference. Usually when I vote I never leave it blank, not even partially (for example by not expressing preferences): I believe that by doing enough research there will always be a preferred option between two or more possibilities, although the difference may be minimal (better or worse). However, in this scenario a second preference could clash with the first and lower their success chances: this would happen if those two candidates were to compete for third place. So the choice is less easy, and not at all obvious.
Further, we will know the list of candidates only shortly before the vote, so until the last moment everything will be quite uncertain.
In any case, it will be not only an interesting experience to observe and be a part of, but also an opportunity to meet in person councillors and authorities with whom I have been collaborating or communicating for months.
On the subject of Comites, at the official level we are still where we were in February ... therefore it is still urgent to restart our digital communication. I would like to tell you, however, that behind the scenes I have worked a lot in the Communication Commission, of which I am the chair. In particular, we have almost finished creating the new website, to be submitted to the Comites for approval, complete with a new logo and restyling of the Facebook page. It will replace the old website at https://www.comitesmanchester.co.uk.
Dunque è teoricamente possibile qualche tipo di voto riconoscibile, in analogia con quanto avviene tradizionalmente nelle elezioni del Presidente della Repubblica… sebbene con un’utilità molto ridotta non essendo previste votazioni successive o ripetizioni della stessa, e anche visti i numeri esigui (54 elettori in tutto). Mi auguro, ovviamente, che tutti scriveranno solo i cognomi (io farò così).
Per completezza, vi dico com'è andata a finire: su 48 votanti ci sono stati solo 3 voti singoli, dunque tutto sommato la maggioranza dell'assemblea ha preferito fidarsi della controparte piuttosto che rischiare di sabotarsi a vicenda.
Congratulazioni agli eletti, e in bocca al lupo per il loro mandato!
For completeness: out of 48 voters, we had only 3 that expressed a single preference. Overall, most people chose to trust their ally rather than risking to sabotage each other.
Congratulations to everyone elected!